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Counseling Day 2024


 
Associazione Psicologi Lombardia: la disinformazione al servizio del marketingSottotitolo: cosa non si farebbe, oggi, per vendere un corso di formazione. Ci risiamo! Quelli dell'Associazione Psicologi Lombardia (APL), che abbiamo imparato a conoscere nel corso del tempo come impavidi tutori della legalità (memorabile la loro promozione del volantino edito dall' Ordine degli psicologi della Lombardia targato AltraPsicologia che metteva in guardia i poveri cittadini dagli psicologi abusivi), ci hanno provato un'altra volta a svilire e denigrare la professione di counselor.

D'altra parte APL appare essere un soggetto estremamente attivo nella lotta al counseling. Lotta senza quartiere. Lotta senza se e senza ma.

Naturalmente lotta al counseling esercitato dai paria, i "senza casta" ovvero i "non psicologi".

Abbiamo ricevuto nel corso degli ultimi mesi molte segnalazioni di colleghi rispetto ad un volantino (questo il link: http://www.psicologilombardia.it/pdf/2013/Counseling.pdf) che promuove un master in counseling trimestrale (sic!).

Possiamo leggere:
Alla conclusione del Corso i partecipanti potranno iscriversi all'ELENCO NAZIONALE PSICOLOGI ESPERTI IN COUNSELING
MOLTO IMPORTANTE: La scuola non forma COUNSELOR (non esistendo come professione) tuttavia gli psicologi, formati da questo corso, che volessero definirsi counselor possono farlo SENZA l'iscrizione a pseudo registri di associazioni che raggruppano persone che si definiscono counselor.
Per partecipare al Corso NON è necessaria l'iscrizione all'Albo degli Psicologi, tuttavia si ricorda che, PER LEGGE, l'iscrizione all'Ordine degli Psicologi è necessaria per esercitare attività di counseling.
Non entro volutamente nel merito dei contenuti del corso (anche se avrei molto da dire) e mi limito ad alcune riflessioni:

I partecipanti potranno iscriversi all'Elenco Nazionale Psicologi Esperti in Counseling: interessante. Uno potrebbe pensare: finalmente anche gli psicologi si sono decisi a fare un'associazione di categoria di counseling. Appare sensato. Macché! Ho passato tutta la mattina a cercare riferimenti - istituzionali e non - su questo Elenco, ma lo stesso non appare reperibile da nessuna parte se non, in maniera totalmente autoreferenziale, sul sito di APL (per di più con un link non funzionante). Dunque, ammesso che tale Elenco esista (lecito dubitare di un qualcosa che appare introvabile nell'era del web 2.0), pare che sia una di quelle trovate promozional-autoreferenziali: faccio il corso e mi faccio un bell'elenco a corredo (d'altra parte non sarebbero i primi). Magari aiuta a vendere il corso, non si sa mai.

La scuola non forma counselor perché il counseling non esiste come professione: esilarante. Evito di ripercorrere tutta la storia del counseling in Italia in quanto i miei affezionati lettori la conoscono fin troppo bene, ma voglio soffermarmi solo su uno degli ultimi atti, che da solo basterebbe a demolire l'APL-pensiero: il 24 marzo 2014 il Ministero della Salute, interpellato dal Ministero dello Sviluppo, così si esprime rispetto ad AssoCounseling:
"Nello specifico si rileva che sia la definizione di counseling che gli atti caratterizzanti della professione medesima [il counseling, n.d.r.], sono conformi a quanto stabilito dal Consiglio Superiore di Sanità con parere del 12 luglio 2011 che ha chiarito gli ambiti di competenza del counselor" (la nota è scaricabile integralmente a questo indirizzo: http://www.assocounseling.it/docs/miscellanea/20140324_parere_ministero_salute.pdf).
A questo punto verrebbe da chiedersi se quelli di APL conoscono il parere del Consiglio Superiore di Sanità e la successiva nota del Ministero della Salute. Dovrebbero, perché gli psicologi - da quando la vigilanza del loro Ordine è passata dal Ministero della Giustizia al Ministero della Salute - sono professione sanitaria a tutti gli effetti.

E quando si decide di scendere nell'agone della politica professionale (come APL aspira a fare, almeno questo si legge dal loro sito web), oltre ad avere una vision occorre anche possedere competenze tecnico-giuridico-normative. Sono le basi. I minimi da cui partire, insomma, anche se APL sembra ignorarli completamente.

Tuttavia gli psicologi, formati da questo corso, che volessero definirsi counselor possono farlo senza l'iscrizione a pseudo registri di associazioni: va bene farsi prendere dalla foga della peroratio della propria causa, va bene perseguire scopi persuasivi propri alla retorica di ciceroniana memoria, ve bene dover piazzare sul mercato un corso di formazione, ma qui APL davvero esagera un pochino. I nostri oltre 1500 iscritti non credo abbiano gradito essere definiti "iscritti ad uno pseudo registro", così come certamente non avranno gradito le migliaia di counselor iscritti ad altre associazioni.

Anche in questo caso, ad usum delphini, ripartiamo dai fondamentali: il 14 gennaio 2013 il Parlamento italiano ha varato una Legge, la numero 4, che reca disposizioni in tema di professioni non organizzate. Cosa dice la Legge?

a) Che in attuazione della Costituzione italiana (la Costituzione, cari amici di APL, la Costituzione) e nel rispetto dei principi della comunità europea (l'Europa, cari amici di APL, l'Europa) lo Stato ha deciso di disciplinare tutte le professioni che non sono organizzate in ordini o collegi.

b) Che i professionisti possono organizzarsi in associazioni professionali. Non pseudo registri, come sostiene APL, ma attraverso uno strumento previsto dalla Legge.

c) Che le associazioni, per definirsi tali, devono possedere determinati requisiti, analiticamente elencati dalla Legge. Quegli stessi requisiti che possiede AssoCounseling, ad esempio, ma non APL e il suo non meglio precisato Elenco Nazionale Psicologi Esperti in Counseling.

d) Che tali professioni non devono interferire con attività riservate per Legge ad altri soggetti (ovvero i professionisti ordinati) con particolare riferimento alle professioni sanitarie: esattamente quello che non fanno i counselor, così come stabilito dal Consiglio Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute (non la bocciofila di Varese, cari amici di APL, ma il Consiglio Superiore di Sanità e il Ministero della Salute).

Dunque non è ben chiaro in virtù di quale primato - e palesemente smentita dalla Legge - APL si arroghi il diritto (e, mi si conceda, l'insolenza) di definire i registri delle associazioni professionali di categoria "pseudo registri".

E, dulcis in fundo:

Per partecipare al Corso NON è necessaria l'iscrizione all'Albo degli Psicologi, tuttavia si ricorda che, PER LEGGE, l'iscrizione all'Ordine degli Psicologi è necessaria per esercitare attività di counseling: questo è un leitmotiv che troverete in tutti - dico tutti - i corsi di counseling organizzati da psicologi e aperti "solo" a psicologi. Prima si dice che il counseling sarebbe prerogativa esclusiva degli psicologi e bla bla bla… poi magari si cita anche il codice deontologico degli psicologi il cui articolo 21 vieterebbe l'insegnamento di tecniche psicologiche ai non psicologi e bla bla bla, e poi… si apre il corso a tutti!!! Non sarà mica che allargando così tanto il target sia più facile vendere il corso?

Infine, siccome APL ci ricorda che, per legge, l'iscrizione all'Ordine degli psicologi è necessaria per esercitare attività di counseling, sarebbe APL così cortese, di grazia, da indicarci a quale Legge si riferisce? Noi nel corpus normativo italiano non ne abbiamo trovato traccia.

titolo: Associazione Psicologi Lombardia: la disinformazione al servizio del marketing
autore/curatore: Tommaso Valleri
argomento: Politica professionale
fonte: AssoCounseling
data di pubblicazione: 05/06/2014
keywords: counseling, legge 4/2013, apl, associazione psicologi lombardia, corsi di counseling

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